Il 2 aprile 1912 Padre Pio da Pietrelcina, costretto a letto da una malattia, scriveva al suo direttore spirituale ringraziandolo per avergli procurato il libro Pensieri ed affetti sopra la Passione di Gesù Cristo per ogni giorno dell’anno (titolo originale dell’opera del p. Gaetano da Bergamo). Il libro che abbiamo ristampato vanta dunque l’“imprimatur” di un recensore d’eccezione. Oggi come oggi, nel mezzo della tempesta spirituale che imperversa nella Chiesa, è rassicurante sapere di poter attingere a un libro di meditazione dal quale ha tratto beneficio, tra i tanti altri, niente meno che Padre Pio.
Numerosissime e sempre più sottili si fanno oggi le storture e deviazioni dottrinali che arrivano a contaminare finanche le più semplici letture spirituali. Ecco dunque che appare in tutta la sua evidenza la preziosità di un’opera come questa, che l’Autore stesso introduce fornendo al lettore gli “strumenti del mestiere”: «Nella meditazione si esercita l’intelletto, nell’orazione la volontà. Nella meditazione, l’anima si raccoglie in se stessa, nell’orazione si innalza a Dio. Nella meditazione si applica la mente ai pensieri, nell’orazione si infiamma il cuore agli affetti. Si mediti quanto si vuole con i più sublimi pensieri, ma a ciò poco gioverà qualunque meditazione se non si giunge all’orazione con il concepire amorevoli affetti. […] Il fine della meditazione è che la volontà, nei suoi affetti, si muova, e la verità non solamente si conosca, ma anche si ami».