Alla radice tanto della rivoluzione anticristiana quanto della controrivoluzione cristiana, stanno due opposte concezioni della storia, l’una “laica” e atea e l’altra sacrale e teologica, che si contendono la coscienza dell’umanità e orientano le scelte epocali verso la rovina o verso la salvezza. L’autore polemizza contro una certa storiografia, anche cattolica, che pecca di naturalismo in quanto omette la regia o anche solo l’intervento di Dio nella storia e sminuisce o nega l’importanza del fattore soprannaturale nelle umane vicende, riducendole a successione caotica di fatti senza senso né valore o all’opposto dominati da un determinismo spiritualistico o materialistico che laicizza il ruolo della Divina Provvidenza.
Il senso cristiano della storia
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