Analisi della costituzione Sacrosanctum Concilium sulla Sacra Liturgia. Il testo comprende alcuni articoli pubblicati sul quindicinale cattolico sì sì no no nell’anno 2000 (anno XXVI) nei numeri dal 6 al 20.
«Crediamo di poter affermare che in tutta la storia della Chiesa non si è mai visto un simile documento sulla Liturgia, pervaso dal desiderio quasi incontrollabile di riformare tutti i riti, nel più breve tempo possibile e nel modo più profondo e capillare possibile. Questa sua essenziale caratteristica già lo pone contro la Tradizione (contro, dal punto di vista del modo di agire), poiché il Magistero ha sempre proceduto con estrema cautela a cambiamenti e ad adattamenti, soprattutto in campo liturgico. In questo testo conciliare sono presenti nuove concezioni, mai ammesse in passato dall’insegnamento della Chiesa: nuovi poteri attribuiti alle conferenze episcopali contro l’esclusiva competenza della S. Sede in materia liturgica riaffermata ancora una volta vigorosamente dalla Mediator Dei di Pio XII; lo sperimentalismo; l’adattamento programmatico della Liturgia a valori profani, locali e nazionali, mediante una sua “semplificazione” generalizzata, che dalla lingua si estende alla musica sacra; il porre l’accento sulla natura “conviviale”, o assembleare o comunitaria che dir si voglia, della Santa Messa e sul suo carattere di “concelebrazione” di sacerdote e popolo. Tutto ciò dimostra, effettivamente, la rottura e l’antitesi della Sacrosanctum Concilium con la Tradizione».