Il Breve esame critico del «Novus Ordo Missae» non ha bisogno di presentazione. Redatto da un gruppo scelto di teologi e di liturgisti di diverse nazionalità, esaminato e approvato dai Cardinali Bacci e Ottaviani – quest’ultimo Segretario uscente della S. Congregazione del S. Uffizio, massima autorità dottrinale della Chiesa dopo il Sommo Pontefice – esso presenta una critica esaustiva e penetrante della riforma liturgica della Messa, promulgata da Paolo VI il 3 aprile 1969, e costituisce ancor oggi un punto di riferimento imprescindibile per quanti contestano la legittimità di tale riforma. Il testo fu presentato al Papa con una lettera di accompagnamento dei due cardinali. In questa lettera si affermava che «il Novus Ordo Missae […] rappresenta, sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i ‘canoni’ del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del mistero».
Pur non avendo bisogno di presentazione, il Breve esame critico richiede però qualche spiegazione, specialmente per coloro che non hanno dimestichezza col linguaggio tecnico della teologia o che sono poco al corrente dei numerosi problemi sollevati dalla riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II. Per questo abbiamo deciso di aggiungere altri due testi:
- Il Piccolo catechismo della nuova Messa è un breve studio, elaborato da don Daniele di Sorco FSSPX in forma di domande e risposte, che cerca di sintetizzare, in un linguaggio chiaro ed accessibile, il contenuto del Breve esame critico e degli altri studi critici sul Novus Ordo Missae;
- L’Offertorio del Novus Ordo Missae è un articolo del padre Philippe de la Trinité, tradotto per la prima volta in italiano, che analizza i gravi problemi dottrinali suscitati dai nuovi riti dell’offertorio, punto focale della riforma postconciliare della Messa. Le conclusioni di Philippe de la Trinité confermano e precisano quanto affermato dagli autori del Breve esame critico.
Questi studi permettono di affermare che la nuova Messa, a prescindere dalla buona fede di chi la celebra e di chi vi assiste, non esprime più adeguatamente la fede cattolica nel sacramento e nel sacrificio dell’Eucaristia e che, di conseguenza, non può essere in nessuno modo considerata un atto di culto legittimo. Tutto ciò va ribadito con forza, specialmente nel momento presente, in cui le autorità romane hanno ripreso la lotta contro la liturgia tradizionale, e in cui perfino gli Istituti ex-Ecclesia Dei, nonostante celebrino abitualmente l’antico rito, hanno pubblicamente riconosciuto la piena legittimità del Concilio Vaticano II e della riforma liturgica.