Concilio Vaticano II: il mito e la realtà
Non è possibile nessuna discussione seria sul Concilio, nessuna analisi profonda che non sia fatta in nome della Tradizione. La Chiesa non può contraddirsi, e se vi è contraddizione fra un documento nuovo e l’insegnamento millenario della Chiesa bisogna credere ciò che sempre, ovunque e da parte di tutti è sempre stato creduto. Non si tratta di una opzione tra le altre, ma dell’unica via per contribuire positivamente alla restaurazione della Chiesa e soprattutto si tratta dell’unica via praticabile affinché la Chiesa possa rigenerarsi ed uscire dalla terribile crisi che la soffoca.
Si tratta esattamente della prospettiva opposta a quella in cui si sono collocati i grandi artefici del Concilio: essi hanno inteso liberarsi da un passato considerato obsoleto, non più congruo ai bisogni dell’uomo moderno. Oggi i risultati di quell’intento sono sotto gli occhi di tutti: è il mondo che ha trasformato e condizionato la Chiesa e non più il contrario. Quel passato, disprezzato e accantonato da altri, sarà invece la nostra guida non solo in relazione a ciò che è accaduto durante il Concilio ma, soprattutto, in relazione a ciò cha la Provvidenza ci riserva per il futuro.
Di fronte agli errori dottrinali e alle eresie che dilagano nella Chiesa affidiamo a Dio le nostre umili preghiere, perché Pietro ritrovi la forza di sfidare il mondo, proclamando davanti a tutti gli uomini la Verità che salva il mondo.
Relazioni:
- Elena Bianchini Braglia, Dal Risorgimento rivoluzionario all’aggiornamento conciliare. Il ruolo del cattolicesimo liberale
- Matteo D’Amico, Oltre il mito dell’ermeneutica della continuità. Il problema del rapporto tra fede cristiana ed età moderna
- Mario Palmaro, La nuova Babele teologica. La rinuncia al linguaggio giuridico e le sue conseguenze
- Massimo De Leonardis, Gli effetti di secolarizzazione della Dignitatis Humanae
- Don Davide Pagliarani, Vera e falsa idea di Tradizione. Il nodo del problema